I biomarcatori molecolari e le vie di segnalazione coinvolte nel carcinoma uroteliale (UC) sono fondamentali per comprenderne l'eterogeneità biologica e identificare sottotipi specifici.[5][6]
Inoltre, la comprensione dei sottotipi molecolari del tumore della vescica può aiutare a rivelare potenziali biomarcatori e identificare sottopopolazioni distinte di pazienti.[5][6]
Alcuni dei biomarcatori emergenti e potenzialmente predittivi per l'UC includono:
Alterazioni FGFR
Espressione di PD-(L)1
Burden delle mutazioni tumorali
Microambiente tumorale
Una dettagliata comprensione molecolare dell'UC ha portato all'identificazione di sottotipi distinti che potrebbero aiutare a orientare gli approcci terapeutici.[6]
Più specificamente, i recenti sviluppi nella comprensione della patologia del cancro alla vescica hanno portato all'identificazione di sei classi molecolari. In ordine decrescente di prevalenza, i sei sottotipi di MIBC sono:[6]
Basale/squamoso (35%)
Ricco in stroma (15%)
Luminale papillare (24%)
Luminale non specificato (8%)
Luminale instabile (15%)
Neuroendocrino-simile (3%)
Come mostrato nella tabella seguente, ogni sottotipo molecolare di MIBC ha distinti:[6]
Pattern di differenziamento (ad es. uroteliale/luminale, basale o neuroendocrino)
Meccanismi oncogenetici (ad es. FGFR3, PPARG, RB1, ecc.)
Microambienti tumorali (ad es. infiltrazione immunitaria o stromale)
Caratteristiche istologiche (ad es. papillare, squamosa o neuroendocrina)
Associazioni cliniche (ad es. stadio del tumore, sesso o età)
Le probabilità di sopravvivenza di un paziente affetto da tumore della vescica dipendono fortemente dallo stadio, e la progressione da MIBC a metastasi è comune[12][13][14]
Nonostante la cistectomia radicale raccomandata dalle linee guida, fino al 50% dei pazienti con MIBC può presentare una recidiva a distanza.[15]
Inoltre, la recidiva sistemica è più frequente nella malattia localmente avanzata (dal 32 al 62%) e nei pazienti con coinvolgimento linfonodale (dal 52 al 70%).[15]
La comprensione delle alterazioni genomiche che possono guidare la crescita tumorale ha migliorato gli outcome dei pazienti con diversi tipi di cancro.[10][16] Di conseguenza, le linee guida internazionali raccomandano l'uso di routine di test molecolari nei tumori avanzati o metastatici.[11][17]
Le linee guida ESMO raccomandano l'uso di routine della NGS nei tumori
avanzati del polmone non squamoso a piccole cellule, della prostata,
dell'ovaio e del colangiocarcinoma.[11]
La gestione dell'UC sta diventando sempre più multidisciplinare, con una stretta collaborazione e un apporto critico da parte di diverse specializzazioni per guidare piani di gestione efficaci della malattia per i pazienti.[15][18]
Collabora subito con il tuo patologo per creare un'infrastruttura di analisi.[19]
Il patologo è un partner essenziale nella diagnosi di UC
e nell'identificazione del tipo di tumore presente.[19]
Poiché i tempi di esecuzione delle diverse piattaforme NGS possono variare, assicurati di eseguire i test molecolari
al momento della diagnosi di malattia avanzata.[10][17][20][21]
Quando si stabiliscono i protocolli di analisi molecolare per i pazienti con LA/mUC, è importante collaborare con l'urologo curante per garantire la disponibilità di campioni di sufficiente qualità[22]
La qualità dei campioni, compresa la cellularità del tumore, lo stato
di conservazione e di fissazione, è fondamentale per le pratiche ottimali
di analisi molecolare.[23][24]
I campioni FFPE sono normalmente utilizzati per la maggior parte
delle tecniche di analisi molecolare, grazie al vantaggio della conservazione dei dettagli morfologici e alla possibilità di conservare i campioni
a lungo termine e a basso costo.[23][24]
Non è sempre possibile acquisire grandi quantità di DNA per i test genetici; tuttavia, i metodi NGS richiedono quantità di DNA pari a nanogrammi rispetto
al sequenziamento Sanger tradizionale, che richiede quantità in microgrammi.[21]
APOBEC: apolipoprotein B mRNA editing catalytic polypeptide-like; cellule T CD8: linfociti T citotossici; CDKN2A: cyclin-dependent kinase inhibitor 2A; DNA: acido desossiribonucleico; E2F3: gene codificante per il fattore di trascrizione E2F3; EGFR: epidermal growth factor receptor; ELF3: gene codificante per il fattore di trascrizione E74-like ETS transcription factor 3; ERBB2: gene codificante per il recettore tyrosine-protein kinase erbB-2; ERCC2: gene codificante per la proteina XPD; ESMO: European Society of Medical Oncology; FFPE: fissato in formalina e incluso in paraffina; FGFR: fibroblast growth factor receptor; KDM6A: gene codificante per la lysine-specific demethylase 6A; LA: localmente avanzato; MDT: equipe multidisciplinare; MIBC: carcinoma alla vescica muscolo invasivo; mUC: UC metastatico; NCCN®: National Comprehensive Cancer Network®; NGS: next-generation sequencing; cellule NK: cellule natural killer; PD-(L)1: programmed death-ligand 1; PPARG: peroxisome proliferator-activated receptor gamma; RB1: gene codificante per il tumour suppressor retinoblastoma protein 1; T2: crescita tumorale nel muscolo; T3: crescita tumorale nello strato lipidico; T4: crescita tumorale esterna alla vescica; TMB: burden delle mutazioni tumorali; TP53: gene codificante per p53; UC: carcinoma uroteliale.